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I dati relativi ai rifiuti in plastica sono allarmanti. In Europa ogni anno si creano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica e solo il 30 % viene poi riciclato. Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85% dei rifiuti sulle spiagge. Si tratta soprattutto di cannucce, che impiegano almeno 500 anni per degradarsi, e bottigliette d’acqua minerale.

A proposito di acqua, non molti sono a conoscenza del fatto che in Italia l’acqua potabile è buona, tanto che il nostro Paese è al quinto posto in Europa (dopo Austria, Svezia, Irlanda e Ungheria) per la qualità di questo prezioso bene comune. Nonostante ciò, gli italiani continuano a preferire l’acqua minerale e sono i terzi consumatori al mondo di acqua in bottiglia. Inoltre, è stato accertato che riutilizzare le bottigliette d’acqua non è assolutamente consigliato data l’elevata carica batterica che si sviluppa dopo l’uso.

All’emergenza plastica, però, c’è chi risponde cercando di risolvere il problema in svariati modi e, alle volte, anche piuttosto creativi.

Una prima proposta è l’acqua alla spina! Alcune catene di negozi biologici scendono in campo contro la plastica con gli “Erogatori dell’Acqua”. Si tratta di acqua opportunamente trattata direttamente dalla rete idrica che sarà possibile portare con sé con propri contenitori riutilizzabili ed ecologici, al costo di circa 10 centesimi al litro.

Molto in voga negli ultimi anni anche l’utilizzo di materiali alternativi da impiegare in sostituzione della plastica. Ricercatori ed imprenditori stanno investendo molto in progetti di trasformazione di alcuni alimenti – come funghi, alghe, latte – in rivestimenti alimentari commestibili.

Il prodotto più originale si chiama Ooho e ha l’obiettivo di rivoluzionare il confezionamento, il trasporto e il consumo di bevande (analcoliche e alcoliche) strizzando l’occhio all’ambiente. Consiste in una piccola bolla sferica, morbida e trasparente ma, soprattutto, commestibile, economica e biodegradabile. Ad inventarla, nel 2014, un team internazionale di ricercatori con base a Londra – Skipping Rocks Lab. Le bolle piene di liquido, che possono essere facilmente ingerite in un sol boccone, hanno una doppia membrana gelatinosa a base di alginato di sodio (ricavato da alghe marine edibili) e di cloruro di calcio. Il costo di produzione di una singola bolla è decisamente modico: solo 2 centesimi. La membrana può essere gettata, degradandosi entro sei settimane, o può essere masticata. Gettonatissime negli eventi sportivi, che spesso lasciano dietro di sé un mare di rifiuti di plastica, le bolle sono già state utilizzate alla maratona di Harrow e quella di Londra.

Altra proposta innovativa ed ecocompatibile è la produzione di una linea di bicchieri commestibili monouso, chiamati Ello Jelly.  Prodotti anch’essi con alghe marine, spiccano per i loro colori vivaci e possono essere acquistati nei gusti arancia, fragola, menta e tè verde.

Dall’Islanda arriva invece un altro tipo di packaging commestibile. Si tratta di una bottiglia fatta di alghe rosse e acqua con una caratteristica molto speciale: fin quando resta a contatto con i liquidi al suo interno, mantiene intatte le sue proprietà (forma e rigidità). Il processo di decomposizione inizia solo quando questa viene svuotata del contenuto. A quel punto il composto diminuirà di volume piuttosto rapidamente fino a non lasciare più traccia di sé. La bottiglia è anche commestibile e sono disponibili in abbinamento una cannuccia al limone e un bicchiere all’arancia. Se bicchiere o cannuccia finiscono in un corso d’acqua, si dissolvono all’istante, se invece vengono disperse nell’ambiente occorrono circa sessanta giorni per eliminarle: tempi decisamente competitivi con quelli necessari agli omologhi oggetti in plastica….

In conclusione, in un prossimo futuro nella nostra dieta capiterà forse di poter mangiare tranquillamente anche bottiglie, bicchieri e magari, alla fine di un bel pranzo, anche le posate …senza più pericolo per l’ambiente!

Autore: Federica Russo

Rif. www.greenme.it; Lifegate.it