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Un esempio di apporto combinato tra giudici sensoriali e lingua elettronica

Qualche settimana fa, un nuovo scandalo ha investito una cinquantina di aziende cinesi produttrici di spezie e aromi recanti il marchio di note multinazionali. Tra gli ingredienti utilizzati, e vietati dalla legge, coloranti artificiali non a norma, additivi, sale ad uso industriale (contenente nitriti e metalli pesanti che oltre ad essere cancerogeni, provocano danni al fegato e ai reni).

La Cina non è nuova al fenomeno della contraffazione, problema di portata estesa che coinvolge soprattutto i prodotti destinati al consumo nei paesi asiatici. Come il diffusissimo tè verde: si tratta di un tipo di tè non fermentato, prodotto con foglie fresche sottoposte ad essiccazione ad alte temperature. E’ la bevanda a base di tè più consumata in molti paesi asiatici, soprattutto in Cina, perché ha un effetto anti invecchiamento, agisce sul metabolismo dei lipidi, riduce il rischio di cancro e gli effetti delle radiazioni.

L’incremento della domanda ne fa naturalmente lievitare il costo, e così negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di tè verde contraffatto, come il “finto” Dongting Biluochun. L’originale è un tè prodotto con le foglie della pianta Biluochun raccolte nella zona del Monte Dongting in Cina; molto costoso, è particolarmente apprezzato per il suo aroma unico e per il sapore che conferisce all’infuso, oltre a possedere le doti salutari comuni a tutti i tè verdi.

Per cercare di riconoscere il tè “vero” da quello “falso”, un gruppo di accademici cinesi ha voluto condurre una serie di test sensoriali affiancando al team di giudici sensoriali la Lingua Elettronica.

La Lingua Elettronica è una sorta di biosensore che simula le capacità della lingua umana. E’ dotata di un gran numero di sensori chimici (veicolati da sottili membrane sintetiche) in grado di interagire con i sali, gli zuccheri, le molecole dell’amaro ed altri componenti chimici nei campioni liquidi, inviando segnali elettrici ad un computer che conduce analisi matematiche e statistiche per estrarre le informazioni relative alle caratteristiche gustative. Proprio perché destinata all’utilizzo solo su campioni liquidi, in questi ultimi tempi la lingua elettronica si sta dimostrando particolarmente utile nei test condotti su vini e birre.

E a quanto pare non solo su queste categorie, visto che a seguito dei test condotti in occasione di questo studio, i risultati ottenuti mediante la lingua umana e quella elettronica sono risultati coerenti. Nel caso specifico, la lingua elettronica si è dimostrata assolutamente attendibile nel distinguere i campioni originali da quelli “finti”, e non vi è dubbio che in futuro troverà largo impiego per consentire il riconoscimento di una gamma di prodotti contraffatti.

Fonte: Food Science and Technology Research, 21 (2), 207_ 212, 2015