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L’analisi sensoriale nel food storytelling

Il Food Storytelling rappresenta una strategia di marketing ormai essenziale per comunicare e raccontare il cibo in modo coinvolgente. Questa tecnica è molto diffusa anche tra le imprese del settore alimentare che, per suscitare interesse e favorire la scelta da parte del consumatore, raccontano la propria storia e i propri prodotti.

RACCONTARE LA QUALITA’ SENSORIALE PER COINVOLGERE IL CONSUMATORE

Da qualche tempo, si è iniziato a porre particolare attenzione all’allestimento di una comunicazione distintiva che parla direttamente ai sensi del consumatore, caratterizzata da uno storytelling imperniato sulle proprietà sensoriali dei prodotti. Tuttavia, affinché si tratti di una comunicazione efficace e credibile è necessario che tali attributi siano effettivi, appropriati, reali, meglio cioè se generati da soggetti addestrati all’analisi sensoriale.

A tale scopo Adacta International ha messo a punto un metodo molto efficace, rappresentato da una variante dell’analisi descrittiva classica: è realizzato con l’ausilio di un panel di giudici sensoriali addestrati che, attraverso un approccio di tipo qualitativo, sviluppano un vocabolario sensoriale condiviso e utile nella descrizione dei prodotti e comporre il SENSORY STORYTELLING.

MA QUALI SONO I PUNTI CHIAVE PER LA CREAZIONE DEL SENSORY STORYTELLING?

Vediamoli attraverso la descrizione di un caso studio reale svolto su alcuni cocktail a base alcolica.

Una prima fase consiste nella Generazione dei descrittori sensoriali che coinvolgano a tutto tondo i sensi e rappresentino le proprietà sensoriali più caratterizzanti e distintive del prodotto. Nel corso di alcune sessioni collettive, con il coordinamento del Panel leader, i giudici sviluppano il vocabolario comune dei descrittori sensoriali ed in questa fase, per ottimizzare e potenziare la capacità percettiva dei giudici sensoriali, uno dei passaggi fondamentali è la creazione dei Riferimenti: la preparazione degli standard di riferimento, ovvero di sostanze (es. composti chimici, naturali, ingredienti, prodotti alimentari o modelli ricostruiti in laboratorio, vedi Figura 1) utili a familiarizzare con i descrittori esemplificandone il significato.

Figura 1. Esempi di botaniche utilizzate per la preparazione di standard di riferimento per i cocktail in studio.

La scelta dei riferimenti richiede grande attenzione da parte del panel leader e rappresenta un passaggio molto critico. La modalità di preparazione e presentazione ai giudici deve essere standardizzata, così da assicurarne il più possibile la futura riproducibilità. Per la preparazione di alcuni descrittori aromatici, per esempio per i cocktail alcoolici, come nel nostro caso studio, è opportuno lasciare in macerazione alcune botaniche (es. piante/fiori essiccati) in una soluzione idroalcolica per alcuni giorni, lontano da fonti di calore e al buio, mescolando delicatamente ogni giorno. Terminato questo periodo di estrazione delle componenti aromatiche dalle botaniche, si procede alla diluizione con acqua per raggiungere la concentrazione ritenuta più appropriata, sulla base del consenso tra i componenti del panel (Figura 2).

Figura 2. Preparazione di alcuni standard di riferimento (macerazione in soluzione idroalcolica).

Al termine di questa fase descrittiva, attingendo da un ampio ventaglio di stimoli, opportunamente predefiniti e condivisi, i giudici scelgono tutti gli attributi ritenuti più appropriati e utili a descrivere compiutamente il profilo sensoriale di quella particolare categoria di prodotti e, più nello specifico, di quel particolare prodotto (Figura 3).

Figura 3. Esempio di descrittori sensoriali caratterizzanti alcuni cocktail alcolici

UNO STORYTELLING SENSORIALE CREATO SU MISURA: E’ IL PRODOTTO CHE PARLA AL CONSUMATORE

E’ da questo approccio coordinato e guidato da un panel leader altamente preparato che si generano termini sensoriali in grado di descrivere sensazioni che coinvolgono i sensi e le emozioni del consumatore, predisponendolo al consumo del prodotto.  

Lo Storytelling nasce così da sensazioni reali effettivamente percepite dai sensi durante il consumo del prodotto e starà poi alle capacità del marketing e di una buona agenzia di comunicazione renderle ancora più emozionali e attraenti.

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