Ad oggi, in Italia, il fenomeno dello spreco alimentare presenta ancora criticità rilevanti, con implicazioni significative a livello ambientale, economico e sociale, richiedendo un impegno sistematico e condiviso da parte di tutti gli attori della filiera alimentare, inclusi consumatori, aziende e istituzioni. Questo spreco non si riferisce solo al cibo in sé, ma anche al non corretto riciclo dei materiali che compongono il pack, con la produzione annua di tonnellate di rifiuti da smaltire. Le giovani generazioni, e coloro che sono attenti alla sostenibilità, apprezzano sempre più realtà e aziende che siano in grado di fornire una risposta pratica, in ottica di responsabilità sociale e ambientale, a questa tematica e premiano, a livello social, i creator che suggeriscono azioni, sia poco dispendiose sia più impegnative, atte a trasformare ogni singolo gesto in una strategia vincente contro lo spreco.
Per far fronte a questa situazione non esiste una soluzione univoca, ma è possibile adottare un doppio approccio, facendo leva sulle nuove tecnologie e sul packaging dei prodotti.
Lato azienda, il packaging si configura come uno strumento di comunicazione strategica e di educazione al consumo consapevole, uno spazio educativo su cui investire non solo in quanto etico, ma anche per aumentare la visibilità e alimentare l’immagine di una organizzazione accorta e attenta ai bisogni della terra.
L’intelligenza artificiale (AI), allo stesso tempo, può ampliare questi processi, fornendo dati e algoritmi capaci di supportare la gestione sostenibile delle risorse alimentari, configurandosi come uno strumento preziosissimo nell’orientare innovazioni e lavoro.
Le aziende possono promuovere diverse iniziative a scopo educativo per orientare i comportamenti antispreco del consumatore. Le FBO possono ad esempio dedicarsi a insegnare a utilizzare il 100% del prodotto alimentare, promuovere soluzioni di riutilizzo creativo post-consumo, in ottica di upcycling e prolungamento del ciclo di vita dei materiali o suggerire altre strategie affini.
Ad esempio, Mutti ha ideato soluzioni creative per il riutilizzo delle proprie confezioni, suggerendo sul proprio sito usi alternativi per bottiglie e tappi, trasformandoli in oggetti come yo-yo o terrari. Anche Hellmann’s ha lanciato una campagna incentrata sulla riduzione dello spreco, riprogettando i pack per massimizzare il recupero del prodotto e testando etichette che cambiano colore in base alla temperatura di conservazione, in modo tale da scongiurare il più possibile il deterioramento del cibo.
Un altro esempio virtuoso è l’iniziativa di Cameo, che ha introdotto sui propri pack un simbolo a forma di cuore con la dicitura “Often good after” accanto alla data di scadenza. Questo messaggio invita i consumatori a “fidarsi dei propri sensi” (vista e olfatto) anche dopo la data di consumo preferibile, qualora il prodotto si presenti ancora in condizioni ottimali, contribuendo così a ridurre lo spreco di alimenti ancora commestibili.
Negli ultimi anni si è assistito alla grande presa di posizione di servizi come TooGoodToGo, piattaforma che permette ai servizi commerciali di vendere attraverso un canale meno convenzionale i prodotti che rimangono invenduti a fine giornata, abbattendo parte dello spreco alimentare.
Ad oggi, su questa scia di successo, le aziende si stanno muovendo a fornire diversi tipi di supporto nel consumo di cibo anche a livello domestico. Tramite applicazioni come Samsung Food, l’integrazione di tecnologie AI-based nei dispositivi mobili consente un monitoraggio intelligente degli alimenti, abilitando pratiche di consumo più efficienti. Caricando immagini del contenuto del nostro frigorifero (e sfruttando elettrodomestici intelligenti della linea Samsung), infatti, è possibile ottenere suggerimenti su come organizzare un meal plan e come ottimizzare quanto comprato. L’AI, in questo senso, risulta anche cruciale nel tracciare le preferenze e creare un piano che si applichi facilmente alla vita degli user.
La lotta allo spreco alimentare non è soltanto una questione etica o ambientale, ma rappresenta una vera e propria opportunità strategica per le aziende. Intervenire con soluzioni concrete, che uniscano innovazione tecnologica, comunicazione efficace e sensibilizzazione sul packaging, aiuta a rafforzare l’identità del brand, costruire fiducia e rispondere in modo autentico alle aspettative di consumatori sempre più attenti.
Per le imprese, abbracciare questa direzione non significa solo “fare la cosa giusta”, ma anche distinguersi in un mercato competitivo e contribuire concretamente a un futuro più circolare e consapevole. In altre parole, fare sostenibilità oggi significa fare innovazione.
Alcuni consigli pratici, includibili nel pack, che le aziende possono implementare riguardano, ad esempio:
- Ricette antispreco per ingredienti comuni, da riportare sul back label.
- QR code per meal plan.
- Idee di riuso creativo della confezione.
- Curiosità antispreco: riportare quanto le singole azioni possano cambiare il destino comune, una call to action che sappia unire educazione e curiosità.
- Invitare a svolgere challenge sui social (#NoWasteChallenge)
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